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PROGETTO DIDATTICA
DIGITALE INTEGRATA
Gruppo IV Didattica Integratapromotore della Didattica Digitale di Vicinanza
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Componenti del Gruppo
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Progetto Didattica Digitale di Vicinanza
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Appello di adesione per una Didattica Digitale di Vicinanza
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Manifesto proposta politica Didattica Digitale di Vicinanza
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Reclutamento insegnanti
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Carriera insegnanti
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PCTO - Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (ex Alternanza scuola lavoro)
(=>) Libro AAVV Didattica Digitale di Vicinanza
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Progetto Sfera
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Progetto Sfera
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Fine
RECLUTAMENTO INSEGNANTI
Nella scuola che verrà, quale reclutamento degli insegnanti?
Occorre separare la formazione iniziale dalla scelta dei docenti
Dal 2017 ad oggi sono passati solo quattro anni. Eppure ... Nel 2017 la formazione iniziale e la selezione dei docenti erano disciplinati dal Decreto l. 59/2017.
Nel 2019 la normativa viene aggiornata contestualmente alla Legge di Bilancio che elimina il percorso triennale di formazione (FIT). Per accedere al ruolo - dati i requisiti - è sufficiente vincere un concorso a cattedra e superare un anno di formazione e prova. Il concorso è nazionale, su base regionale e i posti sono banditi in base al fabbisogno, cioè ai posti vacanti per il primo e secondo anno successivo alla prova.
Con il decreto-legge n. 44/2021 Brunetta propone infine - con buona pace della programmazione sui posti vacanti - di accelerare e semplificare il reclutamento, ridando fiato all’annosa polemica fra meritocratici e stabilizzatori, giovani meritevoli e precari di vecchia data.
Al di là di come andrà a finire questa volta il braccio di ferro fra meritocratici e stabilizzatori, l’unica cosa certa è che - se non si cambia sistema - fra un anno o due saremo, punto a capo, davanti alla stessa penosa alternativa.
Quale caratteristiche potrebbe avere un sistema di reclutamento che non fabbrichi precari e sia funzionale alla “scuola che verrà” dopo il COVID?
Innanzitutto occorrerebbe separare la formazione iniziale dall’assunzione dell’insegnante in una determinata scuola. Prevedere cioè che allo stato spetti la formazione iniziale uguale per tutti come presupposto per l’insegnamento. E che alle scuole spetti decidere chi assumere - fra quanti ne hanno titolo.
La formazione iniziale consisterà in parte nella acquisizione di conoscenze relative alla didattica disciplinare e generale; in parte in un tirocinio da svolgersi a scuola, affiancato da un tutor. A conclusione positiva del percorso lo stato rilascia un titolo utile all’assunzione in una scuola. Contenuti e caratteristiche della formazione iniziale dipendono dal progetto di scuola che si vuole costruire. Dire che si vogliono assumere i migliori insegnanti senza dire in rapporto a quale scuola, significa dire ben poco.
Dall’altra parte ogni scuola - chi meglio di una determinata scuola può conoscere ciò di cui ha bisogno ... e quando? - esplicita il proprio fabbisogno di docenti nei limiti della dotazione prevista.
All’interno di ogni scuola occorre creare un organismo preposto alla valutazione dei candidati (preside, rappresentante dei docenti, rappresentante dei genitori, una figura esterna indipendente di garanzia) e criteri e modalità di valutazione (titolo relativo alla formazione iniziale, CV, esperienze pregresse connesse non solo all’insegnamento, periodo di prova ? ...)
Inoltre ... in un sistema di istruzione pubblico - al cui interno operano scuole statali e scuole paritarie - occorrono modalità di funzionamento uniformi non solo in relazione alla trasparenza dei bilanci, ai riferimenti per la elaborazione dell’offerta formativa, ecc. ma anche in relazione all’assunzione degli insegnanti ... che le scuole private si scelgono, quelle statali no. Per cui criteri e modalità in base ai quali una scuola può assumere insegnanti che abbiano un titolo per insegnare, devono essere gli stessi nelle scuole statali ed in quelle paritarie.
Nel contratto di assunzione sarà prevista la durata (min. a garanzia della continuità didattica - max a garanzia di una scelta di mobilità), i termini del rinnovo nel quadro di una normativa di riferimento nazionale.
Un simile sistema non potrebbe eliminare il precariato e rendere fisiologico il ricorso a supplenti? Non potrebbe liberare la mobilità dei docenti da vincoli burocratici e condizionarla da un lato ai fabbisogni delle scuole, dall’altro alle scelte di vuole intraprendere la carriera del docente? Ancorando tali scelte a condizioni di fattibilità reali e senza gonfiare il sistema di aspettative che alla fine si ritorcono contro tutti: precari, meritevoli, studenti e famiglie.
Tavolo di lavoro Riformisti - Didattica Integrata 21 aprile 2021