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PROGETTO DIDATTICA

DIGITALE INTEGRATA

Una proposta per l’alternanza scuola-lavoro

 

Ettore Piazza Articolo già pubblicato

 

L’idea avanzata dal ministro Valditara di potenziare il ruolo dei tutor scolastici è sbagliata in quanto utopica, simile a quella dei navigator.

 

Perché? Questa figura dovrebbe conoscere tante aziende nella loro organizzazione produttiva e proporre gli inserimenti più formativi per i propri allievi, valutando anche la valenza formativa dei suoi stessi progetti, magari continuando ad insegnare in molte classi.

 

Che rapporto dovrebbe esserci tra un tutor e il numero di allievi a lui assegnati? Se una classe svolge lo stage contemporaneamente con inserimenti individuali in quel periodo il tutor, dopo aver incastrato il proprio gruppo in mezzo alle altre classi e alle altre scuole, dovrebbe operare per almeno 40 ore settimanali e disporre di un mezzo per spostarsi agevolmente e non potrebbe insegnare, mentre i suoi colleghi sarebbero sottoutilizzati, protestando per la perdita di ore, salvo dover produrre orari flessibili per tutto l’anno. Come dovrebbe stendere un progetto per ogni allievo?

 

Ammesso che possano esistere persone di alto valore con le caratteristiche necessarie, sarebbero assunte subito dalle agenzie e dagli uffici del personale; infatti dovrebbero agire conoscendo il valore formativo di un particolare contesto lavorativo in relazione alle competenze che la scuola non riesce a dare, da valutare poi all’interno del curricolo o a confermare o meno ciò che la scuola è convinta di aver dato?

 

Questa seconda ipotesi corrisponde ad una scuola, quella attuale, autoreferenziale che non dialoga isolandosi, mantenendo in pieno il mancato incontro tra formazione e mondo del lavoro.

 

E allora?

 

Nell’interesse della Repubblica, che riassume tutte le realtà nazionali, sono le aziende o meglio le loro organizzazioni che vanno sostenute nell’ individuazione delle realtà con posizioni formative con l’indicazione dei prerequisiti per potervi accedere, indicando le competenze acquisibili nei tempi dati, destinando del personale a tempo pieno a questa attività, finanziato anche dallo Stato, che potrebbe interfacciarsi con una scuola che sa definire le competenze realmente in possesso dei suoi allievi, a questo punto con un tutor che si occupa di competenze in relazione ad ogni singolo allievo.

 

E la sicurezza?

 

Qualsiasi inserimento deve essere preceduto da un corso specifico, anche questo finanziato, su quel luogo di lavoro, tenuto in collaborazione con le organizzazioni dei lavoratori del settore, verificando ex ante il rispetto della normativa. Bisogna fare inserimenti solo dove le leggi sono rispettate.

 

E le assicurazioni?

 

Devono essere previste per l’alternanza come per tutta l’attività scolastica.

 

COSTA TROPPO? Volete un domani per i giovani?

 

Rendiamoli consapevoli di quanto possano valere fuori dalle quattro mura scolastiche, sfondate da almeno mezzo secolo.

 

Ettore Piazza Articolo già pubblicato

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