Faccio alcune riflessioni sulla positività e negatività della critica sia essa fatta da amici che da avversari.
Non c’è dubbio che la critica, quando è pertinente ed argomentata, aiuta sia provenga da amici che da avversari … ma c’è un però.
La critica, pur legittima ed onesta, ha anche una forma ed un tempo che la trasforma da utile a dannosa.
Ho osservato come il campione destinatario di critiche (amiche o avverse) che è Renzi inneschi ormai dei meccanismi patologici sia negli amici che per non parlare degli avversari.
Gli “amici”, o coloro che si sentono o si dicono tali, non sbagliano nell’avere un pensiero proprio ma nel pensare che Renzi “avrebbe o non avrebbe dovuto dire” o quel che dice o fa lo “avrebbe o dovuto fare con altri tempi e metodi”.
Notare che la critica non è nel merito ma è nella forma, nel dettaglio o nel modo … qui ci starebbe bene una parolaccia.
Non sia il caso che se io che “amico” di Renzi mi dia il tempo di digerire il detto ed il fatto prima di criticare e dire come lo avrei fatti io al posto di Renzi?
Difficile tutelare componenti del “nostro gruppo” se siamo ipercritici soprattutto nella forma e nella velocità.
Gli “avversari” sono essenzialmente di due tipi: quelli che a prescindere e quelli che nutrono i nostri stessi dubbi e non ci pensano un attimo a farlo presente rinforzati dal fatto che anche fuoco amico corrobora il loro dubbio.
L’analisi potrebbe essere spinta oltre ma diventerebbe troppo tecnica o volgare.
Contare fino (abbastanza) … per non cantare una variante del Rossiniano “La calunnia è un venticello”.
(La data dell’articolo è relativa alla sua prima pubblicazione sui social)
Antonio Campo
