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PROGETTO DIDATTICA

DIGITALE INTEGRATA

2021 05 25 (La scuola che verrà fuori dall’emergenza) di Ettore Piazza

 

Spinti dal desiderio di superare al più presto l’emergenza che stiamo vivendo si può proporre qualche considerazione sui cambiamenti suggeriti alla scuola per il suo futuro, che coincide con quello del nostro Paese.

 

Sicuramente dovrà consentire al termine dell’obbligo formativo o di ulteriori studi l’inserimento nella società, che pure si evolve continuamente.

 

Questo passaggio incontra difficoltà da quando la scuola è stata estesa a tutti, come diritto dovere. La libertà di scelta avrà comunque il limite delle reali opportunità e del fornire energie valide al sistema paese.

 

Ne consegue la necessità di un collegamento stretto con il territorio, inteso come realtà presente o futuribile, per soddisfarne i bisogni formativi, con l’obsolescenza del concetto di “offerta formativa” per passare a quello di “servizio formativo”, considerato essenziale in ogni momento tanto da non doversi fermare in nessuna circostanza, dato che interagisce con l’intera popolazione.

 

La valutazione dell’efficacia e dell’efficienza degli Istituti deve coinvolgere le parti sociali e non solo le famiglie, con la conoscenza delle performance, necessaria di trovare il consenso per innovare di fronte alle difficoltà.

 

Attualmente il nostro modo di fare scuola fatica nel promuovere le eccellenze, pari al 15% rispetto al 25% degli altri paesi sviluppati.

 

Il danno, dato dalla riforma Gentile, tesa alla selezione delle classi dirigenti, affossando la formazione tecnico-scientifica, passata dal 60% al 40%, rispetto a quella umanistica, non permette lo sviluppo delle potenzialità di una parte della popolazione.

 

Dovranno cambiare modi e canali della didattica, che resteranno plurimi con l’autonomia di mantenerli tali, ma aperti e praticati, quelli a distanza, anche quando non sembrerebbero necessari.

 

Saper utilizzare la formazione on line e i tutorial sarà indispensabile, come saper ascoltare e comprendere, senza mai smettere di apprendere. I contratti di lavoro dovranno prevedere ore settimanali di aggiornamenti on line, suggeriti dalle innovazioni e dai bisogni personali di miglioramento individuale.

 

Lavorare in gruppo a distanza, come già avviene in molti contesti, anche scolastici, utilizzando le apposite piattaforme, farà parte delle competenze di base.

 

Questa pratica può costruire ponti e progetti su tematiche comuni, a livello nazionale e internazionale.

 

La conoscenza delle lingue straniere deve essere certificata da enti terzi, riconosciuti a livello internazionale, che per statuto non possano tenere corsi.

 

L’alternanza scuola lavoro ed il volontariato, interconnessi con il territorio, saranno passaggi nella formazione dei progetti di vita, che dovranno esplicitarsi, per trovare le giuste opportunità, entro l’obbligo formativo.

 

Se le attività motorie all’aperto non sono praticabili, inseriamo l’abitudine a svolgerle in collegamento, stando a casa, per il tempo necessario.

 

Quando non si potrà frequentare, anche a livello individuale, avere un accesso a distanza sarà decisivo, per non perdere il fluire della formazione.

 

Per il canale tecnologico passerà una socialità di attenzione alle persone, che farà parte della Medicina sul territorio, oggi basata sul contatto telefonico, senza dati attendibili in tempo reale, come febbre o pressione.

 

Questi saranno elementi dell’Educazione Civica, come il Primo Soccorso, compreso l’uso dei defibrillatori.

 

Gli approfondimenti teorici ottengono il miglior risultato quando sono sostenuti da una forte motivazione, che viene dall’esperienza.

 

Chi si abitua ad apprendere continuerà a farlo e l’approccio telematico può accordarsi più facilmente con le esigenze famigliari e lavorative.

Ettore Piazza

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