screenshot 2024-03-12 120421
screenshot 2024-03-12 120421
screenshot 2024-03-12 120421
manraytracuiunafotolitografialesamoureux-alheuredelobservatoire

- Versione struttura del sito 2.0 aggiornata al 01-01-2024

- Dati aggiornati al 20-12-2024

zzz10secondscountdown
naviga 01 info generale
occhio
logodemosinergia
antoniocampoprofilo

PROGETTO DIDATTICA

DIGITALE INTEGRATA

2020 06 21 POLIeTICA 054 (La scuola scarica le sue inefficienze sulle famiglie) di Antonio Campo

 

La scuola italiana PRECOVID non è sostenibile durante la CONVIVENZA con la pandemia e non è all’altezza delle mutazioni tecnologiche mondiali.

 

La scuola frontale ha scaricato sulle famigli i costi delle sue inefficienze e dei suoi risparmi. Come se la scuola non fosse un investimento cruciale per qualsiasi società e come se il diritto all’istruzione non fosse contemplato nella nostra Carta Costituzionale art 34.

 

Articolo 34

 

· La scuola è aperta a tutti.

 

· L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

 

· I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

 

· La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

 

Vi sono aree di costi che la scuola trasferisce (indebitamente ed ottusamente) alle famiglie e sui studenti:

1. i costi logistici della sua inefficiente copertura del territorio;

 

2. i costi di apprendimento dovuti alla didattica frontale;

 

3. i costi del divario tecnologico e digitale dovuti agli strumenti didattici utilizzati;

 

4. i costi di educazione alla socialità ed alla cittadinanza;

 

5. i costi della mancata sistematica inclusività;

 

6. i costi della mancata sistematica accessibilità a pratiche sportive non competitive.

 

Vediamone in un accenno di dettaglio per ogni punto indicato:

 

1. i costi logistici della sua inefficiente copertura del territorio:

 

a. costo dei trasporti casa-scuola con conseguente affollamento dei trasporti pubblici e traffico privato connesso, conseguente tempo individuale giornaliero bruciato nel pendolarismo scolastico, motivazione a spopolamento giovane coppie delle località più lontane;

 

b. costo di affitti per studenti che non hanno sedi di studio giornalmente raggiungibili dalla residenza familiare;

 

c. aule pollaio e scuole concentrate necessitate da contenimento costi e conseguente stress relazionale con fenomeni di bullismo, fenomeni di difficoltà più difficilmente gestibili in classe e nella scuola;

 

d. mense rese obbligatorie anche per coloro che potrebbero fruire di pasti in famiglia.

 

2. i costi di apprendimento dovuti alla didattica frontale:

 

a. costo di lezioni di ripetizione dovuto alla modalità della didattica frontale in classi pollaio;

 

b. demotivazione e rallentamento dell’apprendimento negli alunni più interessati e dotati;

 

c. abbandono degli alunni in difficoltà o si portano avanti con lacune d’apprendimento;

 

d. didattica non personalizzabile ne multidisciplinare.

 

3. i costi del divario tecnologico e digitale dovuti agli strumenti didattici utilizzati:

 

a. povertà tecnologica diffusa degli ausili didattici;

 

b. povertà informativa delle lezioni;

 

c. povertà laboratoriale diffusa nell’accessibilità con tempi individuali sufficienti, con scarsità di materiali e vetustà delle attrezzatura;

 

d. distanza esperienziale con la società digitalizzata e sempre più telematica.

 

4. i costi di educazione alla socialità ed alla cittadinanza:

 

a. difficile gestione del bullismo più o meno latente e dell’ordine di beccata tra alunni;

 

b. difficile educazione civica alla cittadinanza consapevole ed attiva,

 

c. difficile promozione della socialità come impegno al tutoraggio.

 

5. i costi della mancata sistematica inclusività:

 

a. difficile inserimento della disabilità fisica, cognitiva, psicologica in gruppi omogenei che non siano penalizzati nell’apprendimento e che siano inclusivi in attività che non richiedano un risultato ottimale quantitativo quanto un risultato d’inclusività qualitativo;

 

b. disomogenea offerta di attività extracurricolari e d’inserimento al lavoro.

 

6. i costi della mancata sistematica accessibilità a pratiche sportive non competitive:

 

a. disomogenea offerta di accesso a strutture sportive adeguate con preparatori atletici dedicati;

 

b. disomogenea valorizzazione dello sport e attività fisiche ludiche e non competitive;

 

c. rara valorizzazione delle attività fisiche a beneficio della collettività (puliamo il mondo) (tutoraggio attività fisica terza età) (accompagnamento terza età) (escursioni natura o arte con capacità di guida documentata).

 

Le resistenze sono molte:

 

1. Insegnanti:

 

o vogliono il metodo frontale ed in presenza (nonostante tutte le diseconomie scaricate sulle famiglie e sull’apprendimento) e rifiutano sia il metodo “classe ribaltata” sia la teledidattica;

 

o vogliono l’aumento degli insegnanti per classi con meno alunni (nonostante ciò comporti un costo per il personale aumentato a fronte di stipendi bassi e produttività non all’altezza di quella offerta dalle nuove tecnologie);

 

o vogliono stipendi più alti ma vecchia didattica (vogliono di più ma non migliorandosi);

 

o non vogliono perdere il mercato delle ripetizioni;

 

o non vogliono essere misurati oggettivamente nella loro produttività (appellandosi alla costituzione art. 33 libertà d’insegnamento … di ogni singolo insegnante).

 

2. Case editoriali e stamperie:

 

o Non vogliono perdere il fatturato dei libri cartacei (nonostante che ciò comporti spreco assurdo di carta, inutili e dannosi onerosi pesi da spostare quotidianamente da parte degli alunni, una informazione povera per giunta spesso inattuale e non flessibile);

 

o Non vogliono partecipare al mercato a consumo di singoli elementi-unità didattiche ma preferiscono la lotteria del “pacchetto” scelto dagli insegnanti (nonostante che spesso, gran parte dei testi didattici comperati dalle famiglie giacciono parzialmente o del tutto inutilizzati a fronte di troppe fotocopie a loro integrazione).

 

3. La politica:

 

o concepisce le economie di scala dell’accorpamento delle sedi scolastiche di ogni ordine e grado come l’unica possibilità di contenere la spesa;

 

o Specie quella di SX vuole non entrare troppo in conflitto con gli insegnanti e tenta di mediare con loro le infinite riforme scolastiche che cambiano per non cambiare nulla di quel “piccolo mondo antico” mentre quella di DX fa valutazioni puramente quantitative.

 

I punti di forza “debole” del metodo didattico della scuola frontale ed in presenza:

 

1. La narrazione del rapporto umano tra insegnanti ed alunni e tra alunni che però (in realtà) non si traduce nella didattica personalizzata e il rapporto tra alunni diventa più extrascolastico;

 

2. La recriminazione del divario digitale che acuirebbe le differenze di apprendimento che però la scuola non colma fornendo accesso a dispositivi digitali a tutti sia a scuola che a casa (in realtà rimane e anzi si accentua senza intervento della dotazione informatica per la didattica individuale fornita dalla scuola);

 

3. La recriminazione della “non efficacia della didattica frontale sincrona nella teledidattica” che però è la meno idonea alla teledidattica come invece è provato efficace il metodo a classe rovesciata ed a didattica asincrona (in realtà si attribuisce un difetto allo strumento quanto è un difetto di metodo e competenza da parte di chi lo usa male);

 

4. La recriminazione della non idoneità e copertura delle connessioni commerciali che però cadrebbe se si assicurassero connessioni dedicate alla sola didattica ed anche in ambito commerciale le attuali carenze saranno presto superate dal 5G e dalla necessità di connessione del telelavoro (in realtà è la politica a non rimuovere gli ostacoli che impediscono l’accesso ad una didattica efficace che non scarica i costi sulle famiglie e alunni);

 

5. La recriminazione degli alunni incostanti e demotivati che non sono costretti ad impegnarsi a casa come invece lo sono a scuola che non tiene conto di come questi siano, peraltro, frequentemente abbandonati dalla didattica frontale e come gravi sulle famiglie i costi delle ripetizioni private (in realtà la scuola non svolge il suo dovere).

 

La scuola come ce la raccontano, com’è e come dovrà essere.

 

Se per alcuni è resistere, resistere, resistere per chi non ne accetta più gli impliciti costi è migliorare la vita ai migliori, dare più opportunità a tutti, non far pagare alle famiglie la pigrizia venduta come supercazzola poetica.

 

(La data dell’articolo è relativa alla sua prima pubblicazione sui social)

 

Antonio Campo

Create Website with flazio.com | Free and Easy Website Builder